Alois Lageder
Tra le più importanti cantine private dell’Alto Adige, Alois Lageder è oggi l’emblema di quanto matura possa essere la produzione vitivinicola di questa regione. Alfiere e convinto praticante del biodinamico, mette insieme una tradizione votata all’esaltazione della materia prima, lavorando spesso con prodotti monovarietali e promuovendo una “filosofia organolettica” orientata al piacere e la facilità di bere, piuttosto che ai muscoli ed alla struttura.
Una storia di famiglia, quella dei Lageder, iniziata nel 1823 e che dal 1934 pone le sue solide basi a Magrè, sulla Strada del Vino (Margreid), per mezzo dell’acquisto della storica tenuta Löwengang. Qui la famiglia ha iniziato a far arrivare le uve dei vari vigneti di proprietà ed ha avviato il conferimento da parte dei viticoltori terzi.
Varie generazioni di “Alois” si sono succedute negli anni con l’ultimo, Alois IV, protagonista dell’ascesa della Tenuta ai grandi palcoscenici enologici a partire dagli anni settanta del secolo scorso, introducendo qualità ed innovazione sia in vigneto che in cantina. Tra i primi ad applicare la biodinamica alla viticoltura.
E’ verosimile che il contesto territoriale abbia giocato un ruolo determinante per abbracciare la filosofia steineriana, con vigneti posizionati su pianori o scoscese ripe alpine dove piante ed animali hanno sempre avuto un ruolo determinante, vuoi per le tradizioni del territorio, vuoi per sopperire, soprattutto in passato, alla penuria di tecnologia agricola.
Sebbene il rispetto del ciclo naturale sia al centro del progetto e della filosofia di Lageder, innovazione e sperimentazione in cantina e in vigneto sono oggi caratteristiche inscindibili del modo di far vino dalle parti di Magrè, nell’ottica di guardare sì al mercato ma anche, e soprattutto, per capire appieno l’evoluzione della natura e come un produttore vinicolo si debba adeguare ad essa.
Nel cuore della cantina Lageder anni di studi agronomici ed enologici portano a capire come massimizzare il prodotto finale proveniente da un dato territorio agendo su determinate variabili, anche di rottura, sperimentando l’introduzione di vitigni alloctoni in montagna, provando a vinificare utilizzando raspi e grappoli a contatto con il mosto o assemblando cuvée di vini fermi da diversi millesimi affinati in botte.
Questo e altro dietro Alois Lageder: un produttore che già oggi stupisce con vini eccellenti e che, per mano dell’attuale generazione guidata da Clemens, raggiungerà nuovi ed ambiziosi traguardi nel pieno rispetto delle tradizioni familiari e della territorialità altoatesina.