Arpepe

La storia del vino di qualità lombardo passa dalla Valtellina e da Arpepe, una cantina il cui nome è dato dalle iniziali di Arturo Pelizzati Perego che ha intrecciato la propria storia con quella dell’unità d’Italia e con i tanti avvenimenti che hanno costellato più di 150 anni di attività, sempre incentrata sul vino di qualità.
Arpepe è Valtellina, Arpepe è Chiavennasca: due elementi immediati che messi insieme generano una viticoltura definita “eroica” ed un vino, a base Nebbiolo, che è di diritto tra i più importanti rossi italiani, celebrato da Mario Soldati in Vino al Vino tra “i più squisiti vini che possono essere bevuti anche abitualmente”.
Sono ormai cinque le generazioni che si sono succedute alla guida dell’azienda di famiglia: prima di Arturo il padre Guido, ed ancor prima altre due generazioni a testimoniare una produzione cominciata nel lontano 1860 e mai interrotta, nonostante una serie di vicissitudini aziendali, e passata nelle mani degli ultimi eredi a partire dal 2004.
Tanto lungimiranti ed anche innovativi nel portare avanti la propria idea enologica quanto tradizionalisti nel rispettare appieno il territorio e la materia prima, vinificando seguendo il principio del giusto tempo di attesa e volendo esaltare al massimo le potenzialità del Nebbiolo delle Alpi.
La viticoltura eroica di Arpepe viene riflessa perfettamente nelle tante etichette proposte, tutte a tiratura molto limitata, a confermare la tipica tendenza valtellinese nel curare vigneti geograficamente frammentati e distribuiti a varie altitudini, pendenze e suoli all’interno di questa valle di origine glaciale solcata dal fiume Adda.
Beneficiando di un microclima unico, le vigne di Nebbiolo hanno trovato in Valtellina un terroir inimitabile e bellissimo, dove i tradizionali muretti a secco servono a facilitare la coltivazione ed a sostenere un suolo granitico.
Sono 13 gli ettari coltivati da Arpepe nel cuore della più nobile denominazione (DOCG) a cavallo tra le celebri frazioni di Sassella, Grumello ed Inferno (in ordine di estensione), dove la viticultura, che coinvolge speso viti ultracentenarie, è esclusivamente manuale ed opera nel pieno rispetto del delicatissimo ambiente circostante, già patrimonio dell’umanità per l’Unesco.
All’interno del “Buon Consiglio”, la cantina ipogea costruita nel 1973, Arpepe concentra un’attenzione maniacale al processo produttivo alternando l’utilizzo di acciaio, cemento e legno ben oltre le tempistiche minime previste dal pur rigido disciplinare, assecondando al meglio il comportamento e l’evoluzione di ogni singolo vino per arrivare al giusto grado di maturazione ed affinamento, infine rispettando le fasi lunari durante il processo di imbottigliamento.
I vini prodotti da Arpepe sono assolutamente straordinari in tutte le loro anche minime sfumature: per Winefully è un privilegio poter proporre le riserve parcellari ed i Valtellina Superiore nei rari formati Magnum e Doppio Magnum.