Benanti

E’ una bella storia di famiglia quella dei Benanti, di quelle fatte di tradizioni, di generazioni accomunate dal voler proteggere e valorizzare il lascito dei genitori, di persone che hanno vissuto da protagonisti la storia della viticoltura etnea dando tanto in esperienza, capacità e voglia di fare.

Una cantina dalla storia secolare iniziata in quel di Viagrande già alla fine dell’ottocento, quando il Monte Serra, cono vulcanico spento che insiste proprio alle loro spalle, era ricoperto di vigne posizionate con pendenze che avrebbero fatto desistere molti vignaioli “eroici” di oggi.

Risale però al 1988 l’anno di fondazione della Tenuta di Castiglione (poi ribattezzata in Benanti) che vede l’abbandono della produzione amatoriale a favore di un deciso investimento in vigneti di proprietà a Castiglione di Sicilia (Versante Nord) e Milo (Versante Est) per produrre vini di qualità nel pieno rispetto e valorizzazione del territorio, delle sue tradizioni enologiche legate a blend di vitigni locali (Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio) e monovitigni (Carricante).

Dall’anno della prima bottiglia (1990) in poi è un susseguirsi di successi e di riconoscimenti nazionali ed internazionali, di crescita della superficie vitata (oggi Benanti è l’unica realtà presente su tutti i versanti dell’Etna) e di sfide sempre più ambiziose, come la sperimentazione su lieviti autoctoni etnei.

Come in passato il Cav. Giuseppe Benanti è stato un precursore nell’ambito Etna DOC (sua la modifica al disciplinare per dare ai vini i nomi delle contrade di provenienza), i suoi figli Antonio e Salvino continuano a guardare avanti con capacità, competenza e facendo squadra nel territorio così da valorizzarlo a cascata.

Seppur susseguitesi le generazioni, è rimasta uguale la filosofia aziendale, basata sempre sulla ricerca della massima qualità in ogni vino, il rispetto del terroir storico di ogni specifico versante, amore per il territorio a fini della sua salvaguardia, passaggio chiave soprattutto se al cospetto di un vulcano la cui naturalità ha messo in difficoltà più di una volta la viticultura.

Terrazzamenti con muretti a secco, vigne piantate ad alberello con sostegno del tradizionale palo in castagno, spesso di età avanzata e fittezza elevata tale da ridurre le rese e sforzare la pianta verso la massima qualità, contesti ambientali diversi con microclimi che cambiano radicalmente anche a distanza di pochi chilometri, passando da vigne con vista mare ad impianti su coni secondari spenti ma che garantiscono esposizioni eccellenti su suoli composti da substrati lavici ricchi e fertili.

Ogni vino è una storia a sè stante, ogni vino si porta dentro una tradizione forte, quasi invadente, ogni vino simboleggia l’Etna, una regione vinicola stupefacente e sorprendentemente ricca, oggi avviata ad una ribalta internazionale che ormai non stupisce neanche la critica più esigente.

Benanti ha fatto e fa tutt’oggi la storia sull’Etna, degustare gli eccellenti vini di questa cantina significa capire appieno la viticoltura di questa terra vulcanica.