Castiglion del Bosco
Una vicenda plurisecolare quella della tenuta di Castiglion del Bosco nel cuore della Val d’Orcia: un vero e proprio borgo che ha vissuto e prosperato nel tempo grazie a un’agricoltura fatta di viti, olivi e seminativi vari. Dal punto di vista vitivinicolo, invece, con l’innalzamento progressivo delle temperature, la posizione di questa tenuta ha acquisito negli ultimi anni una certa strategicità all’interno della denominazione di Montalcino: i vigneti situati a Nord ovest garantiscono una notevole escursione termica alle uve (acidità, eleganza) che adesso acquisiscono anche un grado alcolico in più (muscoli e struttura) ma senza eccedere e mettere a rischio la corretta maturazione.
Nel 1967 Castiglion del Bosco è stato fra i venticinque fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino, libera associazione nata per regolamentare e tutelare la qualità di questo vino, che è stato fra i primi ad ottenere la DOC e la DOCG.
Massimo Ferragamo, figlio di Salvatore, ha acquisito nel 2003 l’intera proprietà, ponendola al centro di un ambizioso progetto di rilancio che vede la produzione di vino d’eccellenza affiancata da un lussuoso resort e da un golf club esclusivo.
A Castiglion del Bosco, si è sposata, da tempo, la filosofia non interventista: interventi in vigna ridotti al minimo, raccolta manuale delle uve e conduzione in biologico, con una certificazione arrivata nel 2016.
La cantina porta a compimento il lavoro di qualità condotto sui vigneti: le uve sono trasferite per gravità nei serbatoi e ogni varietà fermenta separatamente, l’affinamento avviene in barrique e botti di rovere. Qui si lavorano solo uve Sangiovese provenienti dalla tenuta con l’intento di esaltare le due denominazioni simbolo del territorio: il Rosso di Montalcino e il Brunello (in tre diverse interpretazioni), che raggiungono vertici qualitativi di grande eleganza e raffinatezza.