Cerbaiona
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Cerbaiona, a Nord Est di Montalcino: un luogo da secoli vocato alla produzione di vino di qualità sotto il segno, naturalmente, del Sangiovese, tant’è che la saggezza locale ha sempre detto “il vino buono viene da Cerbaiona”. Un posto splendido, dominato da una villa del Seicento e dal suo giardino rinascimentale, con una vista che si allunga fino a Pienza da un lato e al Monte Amiata dall’altro.
Qui, nel 1977, decidono di trasferirsi l’ex pilota dell’Alitalia Diego Molinari e la moglie Nora Tadros per iniziare a produrre il proprio vino. Si tratta per loro di un cambio di vita radicale che, allo stesso tempo, trasformerà profondamente anche Cerbaiona, facendola diventare uno dei nomi mitici del Brunello di Montalcino.
Per il loro vino, Diego e Nora scelgono di affidarsi al sapere contadino e alla solida tradizione locale, nasce così un Brunello artigianale e di grande carattere, con una profondità e una capacità di evolvere che lo rendono unico. La prima annata della cantina è datata 1981, la commercializzazione avviene nel 1985, suscitando subito l’interesse e l’apprezzamento della critica.
Cerbaiona si estende su una superficie di circa 13 ettari, di cui 3 sono quelli vitati. I filari, impiantati in periodi diversi fra il 1978 e il 2000, contano circa 3600 ceppi per ettaro e recentemente è stato avviato un programma di reimpianti e sostituzioni con l’idea di passare progressivamente all’allevamento a guyot.
In cantina, il lavoro è all’insegna della semplicità e di poche regole essenziali seguite con rigore: la fermentazione è spontanea, con soli lieviti indigeni; le follature e il cappello sommerso sono le uniche pratiche ammesse in questa fase, mentre i rimontaggi sono ridotti al minimo. L’invecchiamento può arrivare per alcuni vini fino a trenta mesi e avviene in grandi botti di rovere.
Nel 2015 la proprietà di Cerbaiona è stata ceduta a un gruppo di investitori guidati da Gary Rieschel e Matthew Fioretti. A loro, con il supporto di Maurizio Bovini, tocca il compito di raccogliere e far evolvere l’importante eredità di Diego Molinari, il Comandante come lo chiamavano gli amici, scomparso nel 2019.