Ceretto
La storia della famiglia Ceretto e dell’omonima cantina con sede ad Alba è intrecciata a doppio filo con quella delle Langhe, di cui oggi è uno dei nomi più famosi nel mondo e di cui continua a portare avanti il nome nel solco della tradizione e dell’eccellenza.
Una cantina che risale agli anni ’30 del 1900, fondata da Riccardo Ceretto che a quel tempo decise di produrre vino acquistando le migliori uve da una serie di produttori amici. Si parla di storia familiare perché sono più generazioni che intervengono cambiandone il corso: la seconda, per esempio, costituita dai figli di Riccardo, Bruno e Marcello, contribuirono a prendere delle scelte pionieristiche negli anni ’60 del secolo scorso, convincendo il padre ad acquistare terra e vigneti (il primo sarà Bricco Asili a Barbaresco) dopo un’attenta selezione delle migliori parcelle, più avanti rinominate “cru”. Nasce quindi a quel tempo la Ceretto che conosciamo oggi: sebbene siano passati molti anni e sia subentrata l’ultima generazione composta dai figli di Bruno e Marcello, la strada segnata dai padri non si è mai abbandonata, ma anzi si è fatta sempre più solida ed ambiziosa spingendo sulla sostenibilità, coltivazioni biologiche ed un felice intreccio tra la valorizzazione dell’enogastronomia delle Langhe con l’arte moderna.
E moderno è oggi anche il modo di far vino: attingendo dalle felici esperienze d’oltralpe che hanno visto emergere zone meno blasonate e produttori oggi diventati di prim’ordine, l’idea di vino che si è sviluppata negli anni ruota attorno alla poca invasività e limitato interventismo, lasciando quindi al terroir il ruolo da assoluto protagonista. Ciò ha portato a modificare le procedure di vinificazione, abbandonando l’uso dei lieviti selezionati a favore del pied de cuve per avviare la fermentazione e a ridurre progressivamente il ruolo del legno in fase di affinamento, aumentando il numero dei passaggi e limitando la percentuale di botti nuove.
Oggi riferimento per la produzione enologica delle Langhe, Ceretto consta di ben quattro cantine disseminate sul territorio per garantire una maggiore vicinanza ai vigneti e limitare la logistica in sede di vendemmia dovendo governare ben 100 ettari vitati, tutti con caratteristiche peculiari.
La tradizione del far vino da assemblaggio trova posto nell’ampia offerta di questa cantina al pari delle vinificazioni da singola parcella, a cui sono ormai abituati i tanti estimatori del vino piemontese, splendidamente interpretato da una realtà storica e consolidata come quella portata avanti dalla famiglia Ceretto.