Château d'Yquem

Una storia millenaria quella dell’area in cui insiste lo Chateau d’Yquem, intervallata da guerre, cambi di proprietà legati a titoli nobiliari e riconquiste da parte della nascente Francia moderna. Una storia ancora oggi legata al casato dei Sauvage, al cui Jacques venne affidata la tenuta a partire dal 1593.
Già note a quei tempi le atipiche pratiche di appassimento su pianta delle uve bianche, Jacques si dedica al loro studio ed approfondisce le caratteristiche di uno speciale terroir chiamato Sauternes su cui insisteva la tenuta che a partire da 1711 divenne di proprietà dei Sauvage, successivamente imparentatisi con i Lur-Saluces, con questi ultimi abili nel dare lustro internazionale ad un vino da dessert unico al mondo, cosa non facile a quei tempi.
Unico vino bianco dolce a fregiarsi del massimo titolo della classificazione dei Bordeaux di periodo napoleonico risalente al 1855 (“Premier Cru Supérieur”), è oggi preda di collezionisti, investitori, connoisseurs e semplici curiosi interessati a provare emozioni che nei secoli hanno provato grandissimi personaggi della storia mondiale.
Un terroir unico quello delle Graves e, nello specifico, di Sauternes, piccolo borgo stretto tra la sponda sinistra della Garonna e il Parco delle Landes dove ha sede lo Château d’Yquem, in uno scenario da sogno che bisognerebbe visitare almeno una volta nella vita. A guardia di 113 ettari di vigne perfettamente allineate, Yquem rappresenta la vera essenza del Sauternes e simboleggia quanto più si riesca a massimizzare il frutto di condizioni pedoclimatiche e geologiche uniche al mondo, tali da permettere che ogni anno la magia della Botrytis Cinerea (“muffa nobile”) vada ad abbracciare i grappoli di Semillon e Savignon Blanc.
L’attacco della muffa nobile permette di concentrare gli zuccheri negli acini a scapito della presenza di succo: la difficoltà del vendemmiare in tali condizioni sta nel controllare grappolo per grappolo o, in taluni casi, acino per acino, i parametri dell’uva, anche effettuando più raccolti in un periodo spesso dilatato tra gli inizi di Ottobre e la fine di Dicembre.
In cantina si lavora come se si maneggiassero dei piccoli gioielli, che meritano la migliore cura per estrarre il meglio dai migliori acini preventivamente selezionati. Fermentazioni ed affinamento vengono quindi svolte in barrique nuove rispettivamente per 6/8 e quindi 20 mesi, prima dell’assemblaggio finale.
Regole ferree e religiosamente rispettate sono alla base della giusta fama di questo vino, sia in vigna che in cantina: qui la tradizione regna sovrana, lunga vita al suo regno.