Dom Pérignon

Dom Pérignon richiama lo Champagne nella sua accezione più alta e più esclusiva.
L’etichetta nasce nel 1935 come cuvée di particolare prestigio di Moët et Chandon, che – a questo scopo – sceglie di utilizzare alcune riserve della grande annata del 1921 e di dedicare questo Champagne a colui che, secondo la tradizione, nella seconda metà del Seicento ha messo a punto il metodo champenoise: il monaco benedettino Pierre Pérignon.
Il successo internazionale è grande e immediato e Moët et Chandon continuerà a produrre Dom Pérignon, scegliendo dalla propria riserva solo le annate migliori fino al 1947, quando deciderà di vendemmiare per creare il suo cuvée de prestige.
Per molto tempo, Dom Pérignon rimarrà l’eccellenza di Moët et Chandon; solo negli anni Novanta del secolo scorso si deciderà di valorizzarne a pieno l’unicità della sua storia, rendendolo un marchio autonomo rispetto alla Maison di nascita. Attualmente, è parte del gruppo del lusso francese LVMH, assieme ad altri nomi storici dello Champagne.
Dom Pérignon continua ad essere prodotto esclusivamente nelle annate eccezionali e sempre solo millesimato, con l’ambizione di creare ogni volta qualcosa di realmente speciale e irripetibile, perché legato all’unicità di quella particolare annata. Dal 1921 a oggi, sono circa quaranta le vendemmie che sono state giudicate all’altezza di diventare Dom Pérignon; quando la qualità non è soddisfacente lo chef de cave sceglie “semplicemente” di non vinificare le uve di quella vendemmia.
Le uve provengono dai vigneti – prevalentemente Grand Cru – dei villaggi di Chouilly, Cramant, Avize e Le Mesnil-sur-Oger (Chardonnay) e di Aÿ, Bouzy, Mailly, Verzenay e Hautvillers (Pinot Noir). La vinificazione avviene in acciaio e l’invecchiamento dura almeno otto anni, con alcune cuvée che possono superare addirittura i venti anni.
È stato Richard Geoffroy – grandissimo chef de cave di Dom Pérignon fino al 2018 – a credere nel potenziale evolutivo degli Champagne e a sviluppare uno stile che potesse supportarlo al meglio. Dal 2019 il testimone è passato al giovane Vincent Chaperon, collaboratore di Geoffroy fin dal 2005.