Ricasoli 1141
Una delle più antiche famiglie del mondo del vino, la cui storia si intreccia con quella della Toscana e dell’Italia tutta. I Ricasoli, infatti, si occupano di vitivinicoltura fin dal 1141, anno in cui acquisiscono il Castello di Brolio a Gaiole in Chianti. Da allora in poi hanno sempre continuato a produrre vini che, nei secoli, sono stati sinonimo dell’eccellenza toscana nel mondo; basti pensare che risalgono ai primi anni del Seicento le esportazioni verso l’Olanda e l’Inghilterra e che agli inizi del Novecento la famiglia aveva già rapporti commerciali con Cina, Sudafrica e Sud America.
Impossibile non citare una figura di importanza storica come quella del Barone Bettino Ricasoli (1809 – 1880), che fu Sindaco di Firenze e uno dei grandi artefici dell’Unità d’Italia ma anche “il codificatore” del Chianti. Dopo trenta anni di esperimenti, volti a creare un vino piacevole, di pronta beva ma in grado di reggere il confronto con i vini francesi, il Barone di ferro – come era soprannominato – arrivò alla composizione che ancora oggi conosciamo (70% di Sangioveto, 15% di Canaiolo, 15% di Malvasia), ottenuta rigorosamente con il ricorso alla pratica del governo all’uso toscano.
Attualmente guidata da Francesco Ricasoli, pronipote di Bettino e rappresentante della trentaduesima generazione, la tenuta di Ricasoli 1141 è la più grande del Chianti Classico e si sviluppa attorno al Castello di Brolio su una superficie di 1200 ettari, di cui 26 coltivati a ulivo e circa 240 a vigneto, con la presenza di varietà autoctone e internazionali.
A Francesco si deve la paternità del progetto Ricasoli-Raritas, i cui vini sono da noi proposti in versione magnum: tre cru di sangiovese in purezza, vendemmiati manualmente e maturati in Tonneau, da lui selezionati per essere la massima espressione del singolo terroir. Tutti e tre superlativi, di facile beva ed osannati dalla critica internazionale.