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Bottiglie: i grandi formati

Nella botte piccola c’è il vino buono? La saggezza popolare, come sempre, dice qualcosa di vero: le minori dimensioni favoriscono, infatti, un contatto maggiore fra vino e legno, con importanti conseguenze sullo sviluppo organolettico del primo. Quando si parla di bottiglie, in maniera forse un po’ controintuitiva, accade il contrario.

Sicuramente il formato per i vini rossi fermi più diffuso è il Bordolese (0,75 L), ma le bottiglie di misura più grande (Magnum e doppio Magnum) sono considerate unanimemente le più adatte per ottenere un migliore affinamento e, per questo motivo, sono quelle predilette per i grandi vini, destinati a un lungo invecchiamento.

Sono diversi i fattori che contribuiscono a fare della Magnum la bottiglia per eccellenza. Innanzitutto poiché il diametro del collo è lo stesso di una bottiglia standard e la sua capacità è doppia (1,5 L), una minore quantità di vino entra in contatto  con l’ossigeno. Lo stesso discorso vale per il rapporto superficie/volume: la quantità di vino a contatto con la superficie della bottiglia è molto minore in una Magnum e questo implica un effetto ridotto della luce sul liquido e più in generale una maggiore protezione del vino, anche in rapporto al tappo, che è il vero “collegamento” con l’esterno. La decantazione del vino, inoltre, è facilitata dalle grandi dimensioni, che consentono una precipitazione costante e omogenea dei residui.

In sostanza, un vino conservato in una Magnum può maturare in modo più lento e stabile, protetto maggiormente dalla luce, dagli sbalzi di temperatura e dagli altri fattori esterni. Questo consente un sensibile miglioramento delle sue caratteristiche organolettiche e uno sviluppo più armonioso.

Tra i grandi formati, Magnum e doppio Magnum sono quelli più diffusi perché consentono l’imbottigliamento meccanizzato, per le misure superiori, invece, è necessario il travaso. Queste ultime, inoltre, hanno diametro del collo maggiore che richiede tappi speciali.

Dai rossi agli Champagne, perché quando si parla di formati speciali, la mente corre subito alle bollicine e ai suggestivi nomi dei personaggi storici e biblici associati a queste bottiglie.

La misura standard anche in questo caso è da 0,75 L (bouteille). In tutti i casi, la bottiglia e la Magnum sono sempre usate per la presa di spuma e la rifermentazione, si procede poi al riempimento nei formati superiori (tutti multipli della dimensione standard) per travaso isobarico: Jéroboam (4 bottiglie), Réhoboam (6 bottiglie), Mathusalem (8 bottiglie), Salmanazar  (12 bottiglie) fino ad arrivare – di multiplo in multiplo – al Melchisedec, che corrisponde a  40 bottiglie (ben 30 litri).

Cresce il formato e cresce anche il peso della bottiglia, che, nel caso dello Champagne, è già di per sé più pesante perché deve sopportare una sovrappressione di almeno sei atmosfere. Bottiglie più pesanti, complesse da maneggiare – esistono telai speciali che servono a questo scopo – e delicatissime da trattare. Questo fa sì che i grandi formati siano più rari e anche più costosi…un premium per qualità ed emozione!