Descrizione
La Barbera è Giacomo Bologna e Giacomo Bologna è la Barbera, nel senso che deve la fortuna della bellissima azienda che ha creato a questo vigneto, portato alla massima espressione proprio dal Bricco dell’Uccellone.
Storia singolare quella dell’Uccellone, soprannome dispregiativo dato a una donna che abitava su una collina vitata di proprietà a Rocchetta Tanaro e contraddistinta da un naso a becco d’uccello ed un vestiario scuro, monotono, per lo più nero: il soprannome si diffuse in paese e Giacomo Bologna, che in quanto a simpatia e scherzosità non era secondo a nessuno, trasse ispirazione nel lontano 1982 per la sua prima Barbera riserva affinata in barrique, la prima di una lunga serie fortunata che ha cambiato il destino di questo uvaggio a livello sia nazionale che oltre confine.
Terreni a medio impasto tra sabbia ed argilla da cui si ottengono vini dallo spettro aromatico e gustativo intenso: è il terroir di Rocchetta Tanaro, nell’astigiano, dove insistono i vigneti di Braida a 160 metri di altezza ed esposizione Sud/Sud-Ovest.
Rivoluzionaria l’intuizione di Giacomo Bologna legata all’uso della barrique per affinare la Barbera, esperimento mai effettuato in precedenza che ha cambiato completamente la resa di tale vitigno esaltandone il potenziale da invecchiamento.
Certo, è sempre e comunque una Barbera e come tale dev’essere apprezzata: un vino conviviale, generoso, affabile ed affidabile, ma che sa esprimersi in modo ampio e complesso al degustatore più esigente, proponendo uno spettro variegato di sentori che spaziano dalla piccola frutta rossa alle spezie dolci, al sottobosco, a note balsamiche. Potrebbe ricordare vini piemontesi blasonati per un comportamento per certi versi austero e raffinato, di gran classe, ma ci piace pensare che, sotto sotto, vi sia comunque quella Barbera “monella” da cui tutto ebbe inizio.